Chiesa parrocchiale di San Giovanni Vincenzo
Sant'Ambrogio di Torino
La parrocchiale di San Giovanni Vincenzo nacque probabilmente nell’XI secolo per volere degli abati della Sacra di San Michele, da cui rimase dipendente fino alla nascita della Diocesi di Susa, nel 1772.
L’antica chiesa romanica fu completamente riedificata nel corso del XVIII secolo (1759-1760) su progetto di Bernardo Vittone.
Una testimonianza importante dell’antico complesso è costituita dal campanile, che presenta caratteristiche architettoniche ascrivibili a fasi diverse. La parte basamentale, realizzata completamente in pietra con lesene angolari, aperture a feritoia e monofore incorniciate da elementi lapidei, è, con il secondo livello, la struttura più antica. I prospetti del livello superiore sono invece ripartiti in due da una lesena centrale con capitello e da una cornice con davanzali ed elementi aggettanti in pietra. L’ultimo livello è sicuramente frutto di una ricostruzione, in quanto la muratura in pietra è completata da una tessitura in mattoni in cui si aprono biforecon colonnina in pietra e capitello, cui si sovrappone una sopraelevazione in muraturadi pietra, definita da un cornicione in mattoni con motivo decorativo a dentelli sempre in laterizio. La struttura è infine conclusa dalla cuspide piramidale in mattoni sulla quale si aprono quattro abbaini. La facciata della chiesa è in laterizio a vista ed ha un profilo concavo coronato da un timpano triangolare, le cui forme sono ripetute anche sopra il portale ligneo. L’interno dell’edificio si sviluppa in una navata unicacon transetto conclusa da un’abside poligonale e presenta decorazioni fitomorfe e medaglioni affrescati realizzati da Luigi Morgari ad inizio Novecento. Tra gli arredi si segnalano alcune significative opere pittoriche: si passa dalla pala dell’altare maggiore, opera attribuita al pennello di Michele Antonio Milocco (Madonna col Bambino, Sant’Ambrogio e San Giovanni Vincenzo), alla pala del 1782 di
G. D. Molinari raffigurante la Madonna del Rosario e Santi domenicani, alla raffinata Via Crucis dipinta nel 1783 dal pittore di corte Vittorio Amedeo Rapous, alla serie di Apostoli a figura intera, ad ornamento delle lesene, opera di Agostino Verani risalente al 1774-‘75. Tra le più antiche opere pittoriche conservate, infine, si segnala l’ancona del Rosario, attribuita a Bernardino Lanino, recante integrazioni (cornice e Misteri) databili per via documentaria tra il 1621 e il 1625.
Informazioni e orari
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