Zona Speciale di Conservazione Val Thuras
Cesana Torinese
Il sito si estende su una superficie di 981 ha sul versante in destra idrografica del torrente Thuras che dal fondovalle, all’incirca tra l’abitato di Rhuilles ed il ponte Ciatagnera, giunge fino alla linea di spartiacque con la valle Argentera.
La valle di Thuras offre spunti per percorsi idrogeologici, sia per la sua formazione sospesa in alto rispetto alla valle principale di Cesana, a U incisa, con versanti scoscesi e depositi morenici ai lati, sia per la qualità del substrato calcareo, da cui si origina uno dei suoi habitat prioritari, quello delle sorgenti pietrificanti con formazione di travertino e per la presenza di sorgenti calde ferruginose, evidenti anche per il colore tipico rossastro che assumono alcuni rii. Ci sono altri 2 habitat prioritari, tra i 12 della direttiva, che caratterizzano questo sito: le formazioni di Pino mugo e Arctostaphylos uva-ursi, che si sviluppano sui macereti e le aree di deposito detritico, e il bosco di Pino uncinato su substrato calcareo. Nel fondovalle sono inoltre presenti delle zone umide, vicino all’abitato di Rhuilles, e vegetazione riparia a Salix eleagnos lungo il torrente Thuras. La cresta di spartiacque con la Valle Argentera è dominata dalle cime del Monte Furgon, Punta Muta, Monte Gran Roc, Roc del Boucher e Punta Ciatagnera, tutte vette sopra i 3000 metri in cui dominano habitat rocciosi di ghiaioni calcarei a Thlaspietea rotundifolii e pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica come Potentilletalia caulescentis. Sono oltre 350 le specie botaniche censite in poco meno di 1000 ettari, tra cui rari endemismi come Campanula cenisia, Campanula alpestris, Brassica repanda e Veronica allioni. A livello avifaunistici sono oltre 80 le specie segnalate, tra cui tetraonidi come il Gallo forcello e la Pernice bianca o rapaci come l’Aquila e il Gufo reale.
Negli anni Settanta questa valle, insieme alla vicina valle Argentera, dovevano diventare una delle aree protette della Regione Piemonte, per preservarne la bellezza paesaggistica e le varietà floristiche. Non se ne fece nulla, così oggi, pur essendo classificato dall’Unione Europea come S.I.C., il rischio ambientale è sempre dietro l’angolo. Dal 2000 alcuni abitanti e villeggianti hanno unito le forze associandosi per promuovere la conoscenza del territorio e un turismo invernale più consapevole, dedito allo slow-snow, cioè a quelle pratiche di fruizione della montagna meno impattanti come lo sci di fondo e le racchette.
Regione Piemonte "La Rete Natura 2000 in Piemonte - I Siti di Importanza Comunitaria"
Schede provincia di Torino - parte 1 (10.388 Kb)
Schede provincia di Torino - parte 2 (10.388 Kb)
Dal 15 marzo 2019 è gestito dall’Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie e da SIC è diventato Zona Speciale di Conservazione (Z.S.C.), ovvero S.I.C. per il quale la regione ha predisposto le relative Misure di Conservazione sito e specie specifiche e che è stato designato come tale con decreto ministeriale, d’intesa con la regione.
Per approfondimenti:
https://www.parchialpicozie.it/page/view/rete-natura-2000/
Informazioni e orari
tel: 0122 854720
info.alpicozie@ruparpiemonte.it | https://www.parchialpicozie.it/page/view/rete-natura-2000/
Accesso libero.
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