Caselette
Caselette
Caselette è situata lungo il rilievo morenico ai piedi del monte Musinè, all’imbocco della valle di Susa e con Almese un punto privilegiato per il controllo degli accessi verso la pianura e verso i valichi valsusini.
A testimonianza delle sue origini antiche è la traccia di un abitato di fine Età del Bronzo tra le località Cave e lago Superiore, ma certamente è in epoca romana che il territorio venne progressivamente interessato da insediamenti lungo la via delle Gallie e in tale panorama si inquadra la villa rustica di Caselette. Realizzata in età augustea, si configura come un’azienda agricola in cui si praticavano attività agricole e di allevamento e forse una produzione artigianale di laterizi.
Nel Medioevo rientrava nella Marca di Torino tra i possedimenti di Arduino il Glabrione e passò poi ai Savoia che infeudarono con diverse signorie sino all’acquisizione da parte della famiglia Cays di Giletta.
Due importanti esempi di costruzione fortificate d’eccellenza si trovano a Caselette: il castello di Camerletto, grangia fortificata alle dipendenze dell’Abbazia di Novalesa sorto tra XI e XII sec. su un altura alle pendici del Musinè; il castello Cays all’inizio del Trecento divenne struttura rappresentativa e signorile grazie alla costruzione di una torre di mattoni, raggiungibile dal cortile mediante una scala monumentale in legno. Nel corso dei secoli e nella successione delle famiglie, i Bovetti, i Vagnoni di Trofarello, i Canali di Cumiana, i Valperga, i Cauda ed infine i Cays di Giletta, la struttura venne rinforzata e dotata di cappella gentilizia, prigioni diventato un vero e proprio castello di pianura con l’utilizzo di cotto e laterizi.
Nel XIX sec. subì la trasformazione in stile gotico e liberty che lo caratterizza oggi, cui venne aggiunto anche un giardino all’inglese. Nel 1943 i padri Salesiani lo ricevettero in dono da Carlo Cays, ultimo discendente della famiglia -che era entrato nell’ordine- e lo trasformarono in un centro polivalente, modificando ulteriormente l’aspetto dell’edificio.
Il nucleo abitato sviluppatosi attorno al castello vede inoltre la chiesa di San Giorgio Martire, nota sin dal 1043, venne riplasmata nel 1852 su progetto dell’architetto Barnaba Panizza: arredi significativi dello scultore torinese Stefano Maria Clemente e l’organo meccanico della famiglia Tamburini. È certamente il monte Musinè una delle montagne più note della bassa Valle di Susa : la singolarità morfologica, una delle oasi xertoremiche più grandi della Regione, ha alimentato nel tempo curiose leggende su civiltà misteriose ed aliene. Tuttavia è meta di pellegrinaggio della comunità ogni anno in gennaio verso il Santuario di Sant’Abaco, cappella eremitica ampliata nella seconda metà dell’ottocento per volere del conte Cays, amico di Don Bosco che in quel periodo scrisse un’agiografia del santo.
A partire dal 1960 il paese si è sviluppato oltre il nucleo del castello, andando ad occupare anche i territori pianeggianti fino ad allora esclusivi di un’economia agricola ed ora interessati anche da un piccola, ma diffusa imprenditoria industriale.
Superficie 14,22 km²
Abitanti 3008
Altitudine 450 m slm